martedì 25 marzo 2014

Ferrara, la maratona che non ti aspetti...

Quando meno te lo aspetti puoi inciampare in quel sogno che credi attenderai ancora per molto tempo, pensi di non aver ancora sudato abbastanza, sei convinto che ci vorranno mesi e forse anni,  invece arriva. Certo ci hai sempre creduto ma non ne avevi mai parlato ad alta voce e a distanza di qualche giorno ancora non te ne capaciti, eppure è tutto vero…"ti ho abbattuto dannato muro, nemmeno tu te l'aspettavi, sconfitto in una domenica di marzo, in una città come altre, in un percorso senza pubblico"

Programmiamo maratone in città bellissime, capitali europee, scegliamo quelle più partecipate con percorsi veloci da tempi record. Torniamo a casa vincitori e a volte vinti, anche quando nella pratica nessuno vince e tutti perdiamo perché il vincitore è chi arriva primo ma nella maratona se sei vincitore o vinto lo sa solo il tuo cuore.
Mai come in altre competizioni il detto “l’importante è partecipare” trova la sua conferma nella gara dei 42195 metri.
La vittoria spesso è stabilire il proprio record, per altri è il portare a casa un’altra medaglia, per molti amatori, me compreso, è il superamento dei famosi muri cronometrici: il muro delle 4 ore, il muro delle 3 ore e mezza ed infine il fatidico ed invalicabile muro delle 3 ore, il “Santo Graal” del maratoneta amatoriale, il limite che ti permette di avere anche tu uno 02 sulle prime cifre del tempo come i veri top runner, poco importa se il minutaggio è poi altissimo.

Da quando lo scorso novembre ho superato il muro delle 3 ore e mezza fermando il cronometro della maratona di Valencia in 3:26:39 la mia mente e tutto il mio corpo si sono settati automaticamente in modalità “social” #murodelle3orestoarrivando.
Sapendo che la strada sarebbe stata dura e soprattutto lunga perché più si cerca di avvicinarsi alle 3 ore, più loro (le tre ore), esercitano una forza uguale e contraria tale che la fatica risulti disumana....è per questo che, nel nostro gruppo, chi lo abbatte acquisisce il prefisso “Top” davanti alla parola “runner”.

Così dopo Valencia in accordo con tutto il gruppo Spakkazza si è deciso di tentare la sorte il prossimo 13 aprile in territorio austroungarico, per la precisione nella bellissima Vienna, terra di arte, cultura e musica ma per quel che mi riguarda patria della Wiener Schnitzel e della Sacher Torte.

In accordo con il mio coach, nonché podologo, amico e recentemente soprannominato “il profeta” Antonino, mettiamo giù una tabella di allenamenti tosti e particolari che prevedono anche giornate in pista d’atletica, il tutto per avvicinarci al tanto bramato limite, ben coscienti che non sarò in grado di provarci in aprile ma che un reale tentativo si potrà fare nel prossimo periodo autunnale.

Come tutte le preparazioni anche la mia prevede alcune mezze maratone ed i fatidici lunghi, 3 per l’esattezza.
Dopo un'ottima prestazione alla mezza maratona di Verona con 1:26:15 anche i primi due lunghi superano ogni più rosea aspettativa “proiettandomi” ma che dico, preso di peso, strizzato (dato che ho perso altri kg) e catapultato a competere con il nostro mitico “Presidente”, recordman dello Spakkazza con 3:09.
In balia dei più subdoli commenti e pettegolezzi del gruppo, volti a sovvertire logiche di potere e condizionare scommesse clandestine sull'esito della prossima maratona di Vienna, mi accingo a preparare l’ultimo lungo alla maratona di Ferrara in compagnia del già 4 volte Ironman “Ironbeppe”, altra cavia del profeta e dei suoi esperimenti. Obiettivo: fare 32k a ritmo 4’20’’ andando poi in progressione dal 25°km al 32°.

È così che fresco e rilassato, dopo aver passato un sabato sera in compagnia di amici con annesse birre medie, arrivo nella bella e tranquilla città di Ferrara.
Saremo 1700 runners quella domenica mattina che tra maratona e mezza maratona scorrazzeranno per le campagne e argini del ferrarese, il Castello Estense farà invece da cornice a partenza ed arrivo.

Con fare tranquillo e distaccato ritiro il pettorale e mi aggiro per gli stand sportivi attorno al castello, la giornata non mi vede certo protagonista, il mio ruolo in questa competizione sarà quello della semplice comparsa, le emozioni e l’agitazione del pre-gara non trovano dimora nella mia mente ma preparo tutto metodicamente come se fosse “la gara”, assumo quindi gelatine e alimenti pre-sforzo e sistemo i gel nei pantaloncini, anche le scarpe saranno le stesse che utilizzerò a Vienna.

Dopo l’imbocca al lupo di Gianni Morandi a tutti i partecipanti, alla sorda esplosione dello sparo io e Beppe partiamo, lui con cuffie e musica io con occhiali da sole e mente che vaga fra le nuvole come al solito. Di tanto in tanto ci urliamo i passaggi al chilometro e scambiamo battute con altri runners, i metri e il tempo volano veloci, non c’è il pubblico delle grandi occasioni ma quei pochi sono di una simpatia disarmante come tre vecchietti con banco dei panini al 10°km che tristemente ci dicono che nessuno li apprezza, bambini che scattano foto e qualche automobilista male informato che non capisce cosa stia succedendo.


Io e Beppe come orologi svizzeri stiamo rispettando i tempi profetizzati dal coach anzi andiamo anche più forte e passiamo la mezza in 1:30:30, il percorso si snoda in aperta campagna ed è completamente piatto che più piatto non si può ma nel momento stesso in cui lo pensiamo si erge maestoso di fronte a noi l’argine del Po, è così che dopo una curva a gomito ed una salita di 100 metri con il 15% di pendenza giungiamo in cima.....la vista del fiume stesso ti lascia senza fiato, come un pugno nello stomaco...pensi subito alla parola “immenso”, peccato che non riesca a pronunciarla, un po’ per la sorpresa ma soprattutto perché appena sopra l’argine un vento fastidioso ci chiude la bocca interrompendo il ritmo della nostra respirazione.
Se il pensiero lontano di fare il colpaccio, ossia provare a finire la gara, cercava di farsi luce, in quel momento la luce si era del tutto spenta.
Beppe che negli ultimi chilometri sembrava avere perso un po’ di smalto si è messo di colpo a tirare ed io che non potevo far altro che dimostrare la mia gratitudine mi sono messo in scia cercando di evitare più vento possibile. (grazie Beppe a buon rendere).

Al trentesimo km un gentile ciclista ci avvisa che il peggio è passato e che presto rientreremo tra le splendide e protettive mura degli edifici cittadini, nel frattempo abbiamo quasi raggiunto un gruppo di runners con allenatore al seguito in bicicletta, che meticoloso detta loro i tempi e passaggi ad ogni chilometro e intuiamo stiano tentando di finire sotto le 3 ore.
Beppe mi avvisa che fra un km ci fermiamo come da programma, temporeggio qualche secondo, la luce che pensavo si fosse spenta ora mi acceca, preso da un'energia e una speranza nuova rispondo d’istinto…”Beppe ci provo, male che vada mi fermo al 35°", lui dice che per oggi può bastare e mi incita a crederci e provarci.

Sfrutto la discesa dell’argine per agguantare il gruppetto con allenatore e mi metto in scia al leader del gruppo, tutto vestito di nero, come un buon condottiero, scopro poi chiamarsi Cristiano e deduco sia l’idolo del paese visto che ad ogni incrocio il pubblico lo chiama per nome.
L’allenatore di tanto in tanto mi guarda di sottecchi come se stessi infrangendo qualche regola o rubando l’energia a qualcuno, così ferito nell'orgoglio decido di mettermi a tirare…Cristiano si attacca e immagino ringrazi.
Provo a fare qualche conto mentale e stupefatto che il mio cervello funzioni ancora, vista la forte velocità alla quale lo sto portando, mi rendo anche conto che l’abbattimento del muro è fattibile ma timoroso come San Tommaso decido che non ci crederò se non dal 37°km.
Raggiungo il palloncino delle tre ore (il pacemaker che ti garantisce l’arrivo in tre ore esatte), esitante e timoroso di avere fatto male i miei calcoli gli chiedo se stiamo sotto, lui più cotto di me mi urla "vai vai" e con la mano mi spinge come fanno i tifosi a bordo strada nelle ripide salite di in un giro d’Italia o al tour de France.

Sono ormai a 3 km dalla fine, il 37°km è già passato senza rendermene conto, realizzo che ho in pugno il sogno di molti maratoneti amatori ed in quel istante ho solo paura di perderlo…i polpacci si fanno sempre più duri ed il pericolo crampo è dietro l’angolo, vorrei spingere ancora ma non finché vedo il traguardo mi dico, nascosti dagli occhiali da sole i miei occhi vacillano, cerco di trattenere a stento le lacrime, la mia mente sa che è fatta ma incredula ha paura di comunicarmelo….prendo l'ultima curva a sinistra leggermente "in piega" e supero all'esterno un altro corridore, sulla destra si erge il magnifico castello estense, di fronte a me un tappetto rosso mi indica la via verso il traguardo...il mio muro...accelero come fossi in una rampa di lancio e lo abbatto fermando il tempo in 2:58:36 di real time.



All'arrivo trovo altri corridori, ci scambiamo saluti, gesti d’intesa, con alcuni ci si dá la mano, siamo tutti sconosciuti uno all'altro ma accomunati da una stesso risultato: “Finisher sotto le 3 ore” siamo tutti vincitori.

Arrivo addirittura 55° e mi consegnano anche un premio, ma che maratona è mai questa….ho corso a Londra, Berlino, Barcellona, Valencia e non ho mai visto tanti premi fra pacco gara e premio finale…..che dire…grazie a Ferrara e alla maratona che non ti aspetti…

Ora carico come una molla non vedo l'ora di correre un'altra impresa, di battere un altro muro, di avere una nuova storia da raccontare anche se non so ancora di cosa parlerà, so solo che si svolgerà nella città di Vienna...

A presto.


mercoledì 27 novembre 2013

Maratona Divina Pastora Valencia....Lino, il demone ed il muro abbattuto









23 novembre, sono passati 6 giorni dalla maratona di Valencia, le gambe sono ancora affaticate,  si sentono, ti chiamano, ti avvisano, quasi strillano quando scendi le scale di casa e dell’ufficio, non è dolore, è ricordo, un'altra impresa conclusa, un’altra medaglia al collo, un nuovo personal best, ed ecco un altro scalino...si disegna una smorfia involontaria quasi impercettibile lunga la linea della bocca…. sembra dolore…no aspetta…ora che lo si guarda bene…direi che è un sorriso….

33°Maraton Divina Pastora Valencia, la mia quarta maratona.

C’erano molte aspettative direi quasi “pressioni” sul risultato di questa nuova impresa, pressioni che io stesso mi era fatto e che come al solito non mi hanno fatto chiudere occhio la sera prima della gara. Beh se devo dirla tutta l’insonnia pre-gara in questo caso è da attribuire in parte anche al mio ruspante nonché trattorino diesel compagno di stanza Riccardo ma questa è un'altra storia.

Parlavo di pressioni e aspettative, si perché in effetti 2 mesi prima della gara ho deciso di mettermi a dieta ferrea che nel mio caso significa mangiare come tutti i cristiani e tagliare corto con pizza, birra e vino. Nel mio piccolo è stata una vera faticaccia, aggiungete il fatto che con il mio amico nonché coach nonché podologo Toni si è deciso infine di aumentare la qualità e l’intensità degli allenamenti portandoli anche a 5 sessioni a settimana…..tutto questo perché? Per perdere più chili possibili e abbattere sto benedetto muro delle tre ore e trenta minuti sulla distanza regina.

Il primo punto è stato portato a termine con successo….persi 10kg….il che non ha fatto altro che aumentare le aspettative visto che la mia corsa si è velocizzata molto e anche un po’ lo stile debbo dire …certo non sembro proprio una gazzella ma non mi lamento. Non felice di essermi assegnato un obiettivo piuttosto ambizioso, sull’onda entusiastica della nuova forma fisica, in tutti i sensi, ho pensato bene di menarla con amici e colleghi dicendo che avrei fatto una gara epica.

La sveglia suona alle 5.50 abbiamo 10 min per scendere a fare colazione che dev’essere rigorosamente alle 6, tre ore prima della gara. La sala è già piena di runners pronti a dare tutto, ci si scambia qualche sguardo d’intensa, saremo fuori assieme fra poco tutti uniti contro 42 estenuanti kilometri e 195 metri.
Ci sediamo al tavolo rotondo dello Spakkazza, ognuno di noi è come un Artù prima della battaglia, dispensiamo consigli sull’alimentazione….io vado di classiche fette e marmellata, c’è chi di noi invece mangia la pasta, chi prende affettati e formaggi e chi addirittura prende l’uovo ma ne mangia solo l’albume...si…siamo proprio invasati.

L’albergo è a seicento metri da partenza e arrivo che sono situati nella la città delle arti e della scienza e circondati dalle le sue magnifiche strutture, opera del Calatrava. Il sole fortunatamente splende e si riflette sull’acqua del canale artificiale che sorge sul vecchio letto del fiume Turia. Il riflesso disegna nuove ombre e luci sui partecipanti che dall’alto del ponte, luogo della partenza, guardano in basso il famoso e strepitoso arrivo costituito da una passerella di legno che percorre il canale…..”conosci Valencia, batti il tuo primato, correrai sull’acqua ” dice lo slogan sul sito della competizione….non vedo l’ora di correre sull’acqua penso….perché se lo farò significherà un’altra medaglia al collo…”cultura del esfuerzo” recita uno sponsor della gara che mi riporta alla realtà e mi ricorda che arrivare a correre sull’acqua sarà un “esfuerzo” della madonna, non per niente questa è la maratona Divina Pastora.


Camminiamo compatti verso la partenza, all’imbocco del ponte ci salutiamo e ci abbracciamo con Marione che non è in condizione da maratona ma non molla mai ed è sempre presente alle nostre trasferte e Giosuè “l’Immondo”, un tennista nuova leva del gruppo e neofita della corsa, insieme faranno la 10 km e quindi partiranno sulla careggiata sinistra del ponte.

Cerchiamo la nostra gabbia di partenza e cerchiamo di avanzare  il più possibile in un mare di 11.000 partecipanti, perdiamo subito Lorenz “il Galvanico” un neo acquisto dello Spakkazza che correrà la sua prima maratona. Riusciamo ad entrare tutti nella gabbia azzurra. Ognuno di noi ha i suoi obiettivi e ritmi che vuole o tenta di rispettare quindi correremo ognuno la nostra gara ma vogliamo partire tutti assieme per darci un ultimo saluto un ultimo sguardo che ci sia di aiuto nel nostro percorso perché poi in compagnia o meno ognuno di noi sarà solo con se stesso a combattere il demone della maratona chiamato “Crisi” che prima poi lungo il percorso ci farà visita.

Un abbraccio di gruppo, le mani che si incrociano e si sovrappongono l’una all’altra e un boato esce dalla nostra bocca, più forte dello sparo che seguirà di li a poco, più forte della paura, più forte della fatica più forte del demone...si spera.

In un attimo ho passato la linea di partenza con l’indice sul tasto start del mio garmin…premo e parto….i primi chilometri scorrono fluidi e veloci, non c’è molto traffico e riesco subito a prendere il ritmo di 5’/km, so che devo stare attendo a non farmi fuorviare dallo “strumento orologio”, è la sensazione umana che conta, che detta il passo, il respiro…ed infatti al 5° km mi rendo conto che il mio garmin detta dei ritmi tutti suoi che non corrispondono alla realtà, sono più lento di quello che dice la “macchina orologio” e devo quindi tarare la mia andatura ad una stima inferiore che si attesta sui 4’50’’ al km.

Compreso il ritmo da tenere, corro con l’occhio destro puntato sul garmin e memore delle maratone passate tengo quello sinistro sulla famosa linea blu, la linea ideale sulla quale è stata calcolata la distanza esatta. Così facendo mi perdo molto del paesaggio che mi circonda e cadrò dalle nuvole quando alla fine mi chiederanno dello stadio, del mare, del porto…e va beh…non posso distrarmi in questa maratona…testa bassa e via!
Distraggo invece la mente con dei compagni di viaggio silenti che però diventano un punto di riferimento…ed è così che faccio i primi km con una signora bruna che costantemente supero per poi ritrovarmela magicamente davanti fino al 15°quando decide che non può essere amore e mi lascia andare. I ristori sono perfetti, ed io come un orologio svizzero prendo i miei gel ogni 50 min.

A metà gara decido che il mio nuovo compagno di viaggio sarà Lino, un ragazzo, mio coetaneo, penso, con scritto appunto “Lino” sulla canotta che corre ciondolando ritmicamente la testa come se fosse la testa a dare il tempo alle gambe. Mi perdo ad osservare  questo movimento quasi ipnotico forse anche sonnolento quando per fortuna vengo svegliato dal pacer delle 3 ore e 30, il mio muro, il limite che decide tutto per noi amatori di basso livello, insomma,  il mio mulino a vento per dirla alla Don Chisciotte…mi passa, mi svernicia circondato da un nugolo di atleti che gli stanno aggrappati con i denti…non vogliono mollare…tutti più o meno del mio livello penso. Io però non mi faccio fregare decido che è meglio starmene defilato e controllarlo a distanza…se ne avrò ci sarà tempo per rifarmi. Lino decide di stare con me e corriamo assieme fianco a fianco per diversi km, quando finalmente decido di rompere la mia timidezza e di far 2 chiacchere col mio amico silente mi volto e lo guardo…ma Lino corre con una maschera di sofferenza…rosso fuoco… gli occhi chiusi, la testa ciondola talmente che ho paura si stacchi…mi accorgo che siamo ormai al 27°km che un po’ tutti quelli attorno a me hanno espressioni simili a Lino, inizio a sentire i fiatoni e vedere andature caracollanti e allora capisco…capisco che molti sono stanchi ed anch’io dovrei esserlo ma non lo sono.

Le gambe sono già di legno, intendiamoci ma non cemento e se provo a sorridere…sorrido, se faccio dei conti matematici…mi riescono. Porca vacca sto bene, penso…e allora parto…oggi il demone si è dimenticato di me oppure è passato e non mi ha visto…mah…in un batter d’occhio passo il pacer delle 3 ore e 30…altro che sverniciata…mi sento Pietro Mennea nella finale di Mosca del 80’. Il percorso mi aiuta sembra addirittura in lieve discesa, il pubblico aumenta ad ogni metro, inizio a corre a fianco delle barriere che separano il pubblico dai corridori perché ho bisogno anche di loro per trovare nuove energie, ed è così che leggendo il nome sul pettorale molti iniziano a gridare “animo Alessio” ci scambiamo applausi vorrei fossero più quelli che io rivolgo a loro…se lo meritano… ma le braccia sono pesantissime…gli spagnoli sono proprio persone speciali.

Sono ormai al 40°km, capisco che ormai è fatta, le gambe ora sono puro cemento armato ma niente e nessuno mi può fermare, un paio di spagnoli mi sfrecciano a fianco urlando qualcosa tipo…podemos…3:25…vamos….allora capisco che sarà un nuovo personal best da paura, in un attimo mi sento più leggero, tutte le pressioni sono andate .…. il percorso si stringe, si passa appena in tre spalla a spalla sovrastati da un fiume in piena di spettatori, uno speaker con microfono in mano urla il mio nome e mi da il 5….l’adrenalina scorga tutta in un colpo e inizia a percorrere il corpo, sale fino al viso dove incontra una lacrima…una scossa mi pervade ed un brivido mi sveglia dal torpore della stanchezza rilasciando l’ultima goccia di energia che era rimasta in qualche angolo nascosto del mio fisico.

Scendo in direzione della città della scienza ed imbocco l’ultimo rettilineo prima dell’arrivo…ogni tanto si sente ”animo Alessio” poi di colpo, inaspettato come un tuono in una giornata d’estate, dalla mia sinistra si alza un urlo ”forza Cero”…so già che sono i miei amici e compagni che hanno fatto la dieci km, li guardo e dalla mia bocca esce un urlo ancora più forte…parto a razzo, zigzago fra runners più malconci di me e li supero come se potessi andare a prendermi l’oro….alzo le mani al cielo come se avessi vinto un’olimpiade e taglio il traguardo.



Cammino grazie all’inerzia e dopo qualche metro trovo li ad aspettare il Capitano, il mio compagno di stanza, come se fossimo arrivati assieme, ci abbracciamo….è fatta…un’altra medaglia, un altro percorso, un nuovo tempo da battere….3:26:39



lunedì 4 novembre 2013

Solo 13 giorni....

Che pigrone maledetto.....lo so...me lo dico anch'io...che blog può mai essere questo se scrivo un post ogni 6 mesi???
Lo definirei quindi un "Pigroblog", il pigroblog di Alessio, che ci devo fare, scrivo quanto mi sento ispirato e mi sento ispirato quando si avvicina una competizione, una sfida.

Ed eccomi qua a scrivere di nuovo, per cosa?

Una nuova maratona........rullo di tamburi.......VALENCIA! la Maraton Divina Pastora Valencia!
La maratona di Valencia si terrà fra pochissimi giorni, il 17 novembre.
Vorrei dire che tutto è pronto che tutto è stato preparato al meglio ma non è così, non è mai e non può essere così, però voglio dire che ce l'ho messa tutta e di questo vado fiero.

Andiamo con ordine:

Dopo la bellissima maratona di Londra dello scorso aprile, con lo Spakkazza team eravamo alla ricerca di una maratona un po' più economica e alla portata di tutto il gruppo.
Al ballottaggio erano finite: Atene, Valencia e Firenze.
Ha vinto Valencia, per 3 ragioni:
1. è il circuito "mas llano de Europa"(il circuito più pianeggiante d'europa)
2.  è tra i più economici.
3. ve lo dico alla fine
Firenze è stata scartata perché alcuni di noi l'avevano già fatta mentre Atene anche se rappresenta "La Maratona" non è certo un percorso consono per fare il P.B. (personal best).
Si torna quindi in terra spagnola, la stessa terra che ha visto il mio esordio nel marzo del 2012 alla maratona di Barcellona.

Non ho quasi mai smesso di correre da aprile, mi sono sempre tenuto allenato ma il problema è che mi sono pure allenato troppo e sopratutto di cibo...risultato...97 bei chiletti, che ci volete fare...se voglio vincere "mister immagine del benessere" devo pur allenarmi.
Purtroppo dopo avere capito ( lo so, sono duro de coccio e pure ritardato) che correndo come un pazzo con 15 kg sovrappeso avrei solo che peggiorato la mia condizione, ho deciso, anzi no, sono stato costretto a decidere dal mio amico e famoso podologo Toni, di mettermi seriamente a dieta.
Ed è così che ora vi scrivo dal mio portatile con le dita meno paffutelle e più leggere di 9,5 kg!!!
Alleluia Alessio!
Questo ha comportato una velocità nella corsa che non mi aspettavo e che ha fatto alzare l'asticella delle aspettative sulla gara prossima tanto che....udite udite...spero di impiegarci 3 ore e.....non ve lo dico, non si può aver tutto dalla vita e poi un po' di suspense non guasta, inoltre non avrei di che parlarvi nel prossimo post dedicato al mio epilogo valenciano.

Non sono tutte rose e fiori e la sfiga è dietro l'angolo e come spesso capita dietro al mio di angolo.
Dopo aver ultimato tutti gli allenamenti più intensi ed i lunghi con ottime prestazioni che fanno pensare ad un ritmo......e va beh ve lo dico, un ritmo da 3:31-3:35, mi capita che in quegli allenamenti di scarico cioè quelli più leggeri dove si chiacchiera con gli amici mi si blocca il quadricipite......va beh non la faccio lunga, in pratica riporto una contrattura al quadricipite.
Ora mi affiderò al miracoloso podologo che già in passato ha fatto magie dell'ultimo minuto nella speranza che i miei durissimi sacrifici (no birra, no vino, ciao patatine fritte, ciao bel stinchetto, addio pizza cara) non siano stati vani.

Non demordo ed ho ancora un asso nella manica: il punto 3. della scelta di Valencia, se vedete infatti l'immagine postata noterete un numero....33, perché questa è la 33° maratona di Valencia ma 33 sono anche i mie anni...è vero furono anche gli anni del cristo e questo probabilmente non è certo di buon auspicio....ci si aspetta appunto un calvario....ma quale maratona non lo è?
E quindi sui ricordi di Barcellona dove gli spettatori mi incitavano "ANIMO ALESSIO"...andiamo e Spakkiamo tutto!!!

giovedì 9 maggio 2013

London Virgin Marathon....la mia terza maratona

21 aprile ’13 un giorno dai molti significati.

Il giorno nel quale una città intera, 40.000 maratoneti e un fiume di spettatori si sono ritrovati lungo 42,195 km per partecipare ad uno dei pochi eventi che riunisce campioni, semplici amatori, pubblico di ogni genere ma tutti con lo stesso cuore che batte a ritmo di passione per lo sport.

Il giorno in cui 40.000 maratoneti e lo stesso fiume di spettatori resta in silenzio per onorare e ricordare chi come loro era li una settimana prima per partecipare e condividere una giornata che dovrebbe essere solamente e totalmente pura emozione e gioia.

Il giorno della mia terza maratona.

19 aprile ’13

Ore 7.45 sono sotto casa di Stefano (lo Stratega), anche lui assieme a me partirà per Londra, obiettivo: partecipare e terminare la Virgin London Marathon 2013.
L’aeroporto di Venezia, come sempre, è in pieno fermento ma si nota subito qualche particolarità…..i colori di molte divise…..sono squadre di runners , si vedono gruppetti colorati…..blu, verdi, gialli, noi siamo i rossi nella bellissima nuova divisa dello Spakkazza ma in pochi quella mattina perché siamo in voli diversi.
Io, Fede (tega) con rispettive compagne e Stefano partiamo con lo stesso volo mentre Riccardo, Felice e Simone in un volo successivo. In questa nuova avventura ci accompagneranno anche Giacomo ed Angela, 2 top runner dei “Run ran run” un giovane gruppo podistico ma che ormai è onnipresente in tutte le manifestazioni di Padova e provincia.
Una volta atterrati ci ricongiungiamo con il resto del team e ci dirigiamo verso l’hotel con un solo pensiero in testa…..andare il prima possibile all’expo!!!!
Ma Londra non è d’accordo con noi e non appena usciamo dalla stazione metro di Westminster la città ci rapisce completamente, questa capitale non è mai come la immagini o la ricordi, è sempre qualcosa di più….che non è spiegabile….il Big Ben, il Parlamento sono li difronte a te, alla tua sinistra la London Eye e alla tua destra la Cattedrale di Westminster. Tre cose tutte assieme e così vicine….. è “tanta roba”, tale da far scordare per qualche minuto l’expo e chi partecipa alle maratone sa che è cosa ardua.
Una volta ripresi, prendiamo la chiave della stanza, lasciamo le valigie e come fulmini ci dirigiamo verso L’ExCel Centre nelle Docklands.
Si prevedono 70.000 visitatori nell’intero weekend di cui 25.000 solo sabato.  Appena entrati recuperiamo il pettorale, quest’anno c’è una novità in più...un nastrino nero da applicare sul vestiario in ricordo delle vittime dell’attentato di Boston.
Il personale è molto preparato ci da tutte le informazioni per la gara ed in un attimo ci ritroviamo catapultati all’interno del centro fieristico. L’organizzazione è perfetta non si fa mai una coda e riusciamo a vedere tutti gli stand con molta tranquillità. Dopo aver tediato una carina commessa inglese per farci vedere e provare le nuovissime Adidas Boost  e aver fatto le foto di rito del gruppo, decidiamo che è ora di andare e con il pettorale in mano passiamo sotto un arco rosso che riporta la scritta: “Good luck for sunday!” in un attimo una scarica di adrenalina mi ricorda che fra meno di 48 ore si parte!


21 aprile ’13

Non sono arrivato in perfetta forma con questo appuntamento, purtroppo un infortunio mi ha costretto a fare un mese di stop nella preparazione invernale e questo ha comportato anche un aumento del mio peso visto che soffro di “golosite” acuta e non riesco a non bere e mangiare schifezze.
Ore 18.45...mi sveglio molto carico, anche di pasta mangiata la sera prima. Non ho dormito molto perché sento spesso questi appuntamenti .
Nella sala della colazione in albergo mi trovo con tutto il gruppo, si respira un’atmosfera strana che fa cozzare lo stordimento di essersi appena svegliato con l’ansia ritmata del cuore che ti ricorda che mancano tre ore alla partenza. Tutto questo poi si intensifica mentre compio il classico rituale per vestirmi……..calzini, ciclisti, scarpe e la mitica Spakkazza t-shirt con pettorale…….ma quanto pesa…..respiro profondamente, si parte, direzione Greenwich Park.
Fino a questo evento sono sempre stato convinto che i campioni in organizzazione eventi fossero i tedeschi o gli svizzeri mai avrei pensato agli inglesi. Sono stati semplicemente eccezionali, calcolando poi che la tensione e la paura degli attentati di una settimana prima hanno fatto aumentare i controlli sulla sicurezza ai massimi livelli.
Vi riporto alcuni esempi:
1. Ci sono tre partenze in tre luoghi diversi adiacenti il parco di Greenwich che sono supportate da tre differenti stazioni ferroviarie così da regolare il flusso dei maratoneti.
2. Il parco permette a tutti di rilassarsi comodamente in attesa della partenza, noi abbiamo trovato una giornata di sole fantastica che sicuramente ha facilitato il tutto.
3. Oltre ai numerosi bagni chimici, dei quali ho testato la pulizia ed il comfort (per fortuna, altrimenti l’avrei vista nera in gara e addirittura marrone!!!) ho assistito per la prima volta all’introduzione degli urinatoi per donne……donne che fanno pipì in piedi tramite l’utilizzo di un……boh…..becco di cartone…..chiedere ad Angela per ulteriori info.
4. L’accesso ai cancelli della partenza è stata una passeggiata tranquilla, non la furibonda corsa che ho fatto a Berlino scavalcando reti e spintonandosi a vicenda.

Ore 9.59, one minute to go!

Numerosi maxi schermi inquadravano i campioni sulla linea di partenza, poi un fischio ci ha ricordato le vittime di Boston e per 30 secondi un commovente silenzio ha invaso tutto il Greenwich Park , una preghiera nasceva nella mente di 40.000 maratoneti rimasti in silenzio in modo che il suono della preghiera stessa non morisse sulle labbra.
Un altro fischio ci ha riportato alla realtà al cuore che batteva e che sembrava essersi fermato, si parte ragazzi!!!!
Con una forza, un’energia nuova siamo li ad attendere lo sparo…..ci guardiamo negli occhi ci facciamo gli auguri, avanziamo pian piano, i top sono già partiti fra poco tocca a noi.
Io e Fede decidiamo di partire assieme, Simo (Ing) si accoderà e deciderà in base al ritmo che sosteremmo.
Riccardo e Stefano sono arrivati senza allenamento quindi se la godranno in allegria assieme.
Felice che non è nelle sue migliori condizioni si farà una maratona in solitaria senza pretese cercando invece di divertirsi.
Giacomo e Angela sono già partiti….loro vantano tempi che non sono alla nostra portata al momento…
Io pago il fatto di essere solo alla mia terza esperienza e quindi ambiziosissimo inizio a sparare cavolate del tipo: “stiamo con il pacer delle 3:30” Fede capisce ma non vuole dirmi la cruda verità…..quel tempo non ce l’abbiamo sulle gambe e si limita a dirmi che decideremo lungo il percorso.
Una confusione di braccialetti “segna tempo” alloggia su entrambe le mie braccia…..3:30….3:35….3:40…tutto è riportato in miglia e non capisco molto…..figuriamoci quando andrò in crisi.
Partiamo!!! Il traffico è tantissimo, troppo, mi spazientisco subito e vorrei zizzagare ma Fede mi controlla e mi tranquillizza, poi recuperiamo dice. Simo l’abbiamo già perso nella confusione.
Facciamo i primi km lentissimi a 5’44’’ e sapendo che la prima metà è la più veloce perché in leggera discesa mi innervosisco ma non c’è modo di passare.
Terzo km e Fede già deve andare al bagno…..ahhhhhh…..
Qualcuno scivola e qualcun altro va a sbattere sugli spartitraffico che dovrebbero essere meglio segnalati.
Recuperiamo “l’Ing” (simo) e creiamo la nostra mini unit come a Berlino, la giornata è perfetta e la temperatura ideale.
I primi km volano grazie ad un affollatissimo pubblico assiepato ai bordi della strada che urla, incita, tifa…….ma quanti sono!!!! I runners più navigati diranno alla fine che siamo ai livelli di New York per partecipazione.
Il percorso presenta diverse discese ed è un peccato non approfittarne ma le strade non son larghissime e ci si trova spesso imbottigliati. I ristori sono numerosi e l’acqua è presente almeno ogni 3-4km, noi a turno prendiamo una bottiglia e la dividiamo.
Mentre io e Fede viviamo i primi km in maniera tranquilla, il nostro compagno Ing. è sempre sulle spine e continua a strappare l’andatura che ormai si attesta ad un media di 5’06’’ al km, Fede che è più previdente cerca di tenere calmi i nostri animi ricordandoci che la strada è ancora lunga.
Intorno al primo quarto di gara si passa in uno dei punti più significativi del percorso, il vecchio veliero, appena restaurato, Cutty Sark che andò bruciato qualche anno fa, qui la folla si trasforma in una bolgia con un tifo da stadio incredibile , si gira proprio sotto questa maestosa nave ed il pubblico è ovunque anche in cima all’imbarcazione stessa…..le prime scariche di adrenalina si fanno sentire ma io cerco di tenerla a bada perché so che siamo solo all’inizio…

L’ing continua a strappare e al 17km prende e va via incurante dei suoi amici, Fede resta un po’ indietro ma io non voglio mollare, mi giro lo guardo con le fiamme agli occhi e gli dico chiaramente che nessuno batterà il mio personale quel giorno senza il mio benestare…. Ci accodiamo al trenino Simo e cerchiamo di tenere il passo.
La metà delle nostre fatiche è uno dei ricordi più belli di questa maratona perché il passaggio alla mezza è proprio sullo storico Tower Bridge che non sembra fatto di pietra ma dalla gente stessa, se sulla Cutty Sark mi sono stupito dalla presenza del pubblico qui pensavo fossimo già arrivati sulla finish line tribune comprese! Ho i brividi….guardo i miei compagni per esternare le sensazioni ma non esce rumore dalla mia bocca perché le urla degli spettatori sovrastano tutto….noi il ponte….è tutto un boato….non ci sono parole, non c’è prezzo per emozioni come queste.
Passato il ponte inizio a sentire i primi sintomi dell’affaticamento, stiamo andando forte e cerchiamo di recuperare il tempo perso in partenza ma già da un po’ non faccio più riferimento al braccialetto delle 3:30, sarà per la prossima volta e poi non avrei comunque retto un ritmo più veloce. Controllo l’altro bracciale e vedo che siamo allineati sul tempo finale di 3:40, mi confronto anche con i miei 2 amici che invece controllano quello delle 3:35 e l’ing tiene anche la media finale…siamo organizzatissimi!!!
Poco prima del 30°km il trenino Ing inizia a rallentare, io cerco solo di tenere il passo i muscoli mischiati all'acido lattico sono diventati cemento ed ora iniziano a sgretolarsi, Fede si affianca, lo guardo…..è fresco come una rosa, che sia merito delle mitiche Adidas Boost?….10km prima sembrava mollare ed ora capendo che siamo noi quelli cotti si mette davanti, spavaldo ci dice di metterci dietro e di riposarci che ora ci pensa lui a portarci al traguardo, io lancio un paio di frasi senza senso del tipo che al 35° km cambio ritmo e vado ma è ormai chiaro che sarà una “sukata” fino alla fine.
La seconda parte del percorso non è veloce come la prima e le minuscole salite per me diventano gran premi della montagna, controllo il braccialetto, possiamo chiudere tra le 3:37 e le 3:40, Fede si avvicina e mi dice di pensare alla birra post gara ma non funziona molto, poi lo vedo alzare le braccia verso il pubblico come per chiamarlo ad incitarci ed è un boato ad ogni alzata di braccia, scopriamo così che in questa maratona, come nei quiz a premi televisivi, abbiamo anche l’aiuto del pubblico ma nel nostro caso possiamo usarlo all’infinito.
Così preso da una nuova forte motivazione inizio ad alzare le braccia, solo che le mie non vanno sopra le spalle ma gli spettatori capiscono lo stesso e rispondono colpo su colpo…….scariche di adrenalina pura mi attraversano il corpo e capisco che è fatta….mancano 3 miglia ed urlo ai miei amici che è come in allenamento…manca solo un ponte e mezzo alla fine (i ponti del lungargine del bassanello di Padova) equivalente a 2,5km, ovviamente in crisi “mistica” non riesco nemmeno a fare i conti…
Iniziamo a sorridere ai fotografi, non siamo certo freschi ma mentalmente comprendiamo che l’impresa è fatta. L’ing è un po’ in difficoltà allora rallentiamo e lo incitiamo a non mollare, corriamo lungo il Tamigi, si vede la London Eye nell’altra sponda, giriamo di fronte al parlamento e ci buttiamo in leggera discesa verso st. James Park. La folla aumenta ancora, non crediamo ai nostri occhi, iniziamo noi ad applaudire loro perché molto del merito è di chi è li ad incitarci e la loro splendida città..…..si alzano ancora boati a destra e sinistra, ci si sente anche se nel nostro piccolo delle star, si inumidiscono gli occhi, passiamo davanti a Buckingham Palace e ci troviamo difronte al Mall….il traguardo è li a 200m. Ci ricompattiamo pronti a sorridere agli ultimi fotografi e passare il traguardo assieme.
Chiudiamo in 3 ore 39 minuti e 10 secondi.

Io eguaglio praticamente il tempo di Berlino fatto a settembre ma che mi vedeva molto più allenato quindi sono molto contento e so che più di questo non potevo chiedere al mio fisico.
L’Ing fa il suo personale quindi il più entusiasta dei tre e sarà costretto ad offrire da bere…..prima o poi…stiamo ancora aspettando.
Fede non fa il suo personale che è ben altro rispetto alla nostra prestazione ma porta a casa un’altra maratona che lo ha visto prode e generosissimo condottiero  e io e Simo lo ricorderemo e ringrazieremo sempre per questo…..senza di lui sarebbe stata tutt’altra storia.
Felice arriverà 10 min dopo di noi dicendo che non si è mai divertito tanto ad una maratona.
Stefano e Riccardo ricorderanno questa maratona per la “sukata” in amicizia dal primo all’ultimo km chiudendo in onestissime 4 ore e 14 che son tutto dire senza essersi di fatto mai allenati.
Il top dei top over the top dei run ran run (Giacomo) chiude con il suo nuovo personale di 2 ore e 47 minuti……lascio a voi i commenti io non ho parole…..
Anche Angela fa il suo primato in maratona con 3 ore e 23 minuti….Dio li fa e li accoppia.



23 aprile ‘13

Torno nuovamente a casa carico di emozioni e ricordi intensi perché condivisi con grandi amici che mi hanno accompagnato in un’altra splendida avventura, in una città altrettanto meravigliosa e già mi chiedo quale e quando sarà la prossima.

A presto.

Alessio.

venerdì 3 maggio 2013

Coming soon....La mia terza maratona, la Virgin London Marathon 2013


Ciao a tutti....il 21 Aprile ho partecipato alla mia terza maratona, la Virgin London Marathon....a breve pubblicherò l'intero racconto, intanto vi lascio con un piccolo estratto.....



…numerosi maxischermi inquadravano i campioni sulla linea di partenza, poi un fischio ci ha ricordato le vittime di Boston e per 30 secondi un commovente silenzio ha invaso tutto il Greenwich park , una preghiera nasceva nella mente di 40.000 maratoneti rimasti in silenzio in modo che il suono della preghiera stessa non morisse sulle labbra.

martedì 2 ottobre 2012

39° BERLIN MARATHON, LA MIA SECONDA......


Ciao a tutti!!!
Appena rientrato da Berlino dove ho partecipato alla 39° Berlin Marathon……la mia seconda maratona!
Che dire?
Semplicemente magnifica……..la città, la corsa, la gente, il percorso, i partecipanti……tutto semplicemente incredibile, memorabile, indescrivibile, adrenalinico……non saprei da dove cominciare….
Tutto inizia il venerdì mattina quando partiamo per Berlino, una parte dello Spakkazza Team è già lì' da giovedì, appena imbarcati a Venezia e già respiriamo aria di competizione, l’aereo è gremito di runners italiani, ognuno indossa l’abbigliamento della propria squadra, ci si guarda tutti e ci studiamo come se fossimo diretti avversari…….come se tutti potessimo ambire alla vittoria……e più ci penso più capisco che in effetti ognuno di noi è in cerca della propria vittoria che può essere arrivare alla fine e battere il proprio personale e………perché no……battere quello spilungone in seconda fila lato corridoio mi farebbe anche piacere, perché la maratona in fondo è anche questo……correre contro tutti e contro te stesso!
Arrivati a Berlino come i bimbi scalpitiamo per andare subito all’Expo,  vogliamo il pettorale!!!!!!
L’expo della maratona si trova nel vecchio aeroporto di Tempelhof, lo storico aeroporto della città chiuso nel 2004, l’intera struttura fa da scenografia a tutto l’expo che si sviluppa dentro e fuori l’aeroporto.
C’è tantissima gente ed è solo venerdì, facciamo uno giro degli stand, mangiamo qualcosa e assaggiamo la mitica birra Erdinger analcolica che sappiamo sarà il premio dissetante alla fine della maratona; la barista storce il naso quando ordino la birra per via dell’alcool e quando chiedo una bottiglia di acqua si mette a ridere……ciccia, penso io…….non preoccuparti che domenica dopo la maratona recupero tutto l’alcool perso!!!
Andiamo a ritirare il pacco gara e pettorale, e qui devo dire che c’è l’unica nota negativa. Il pacco gara non è all’altezza delle aspettative….non c’è una t-shirt dell’evento ma solo un braccialetto, un pacco di pasta Barilla e una cartolina nella quale scrivere il tempo d’arrivo.
Un po’ pochetto visto il costo della partecipazione…….
Il tempo è bello, ideale, fa molto fresco, passiamo la giornata di sabato a visitare la città in bici stando attenti a non stancarci troppo. Prenotiamo in un ristorante italiano per la classica cena pre-gara tutta a base di pasta e via a nanna presto.
Come al solito dormo al massimo 2-3 ore ma alle 6 del mattino mi sento comunque riposato e fresco. Io e l’Ing(Simo) che siamo in un altro albergo facciamo colazione assieme, prendiamo la bici e pedaliamo in direzione di Postdammer Platzt, punto di ritrovo con tutto il gruppo.
Fa molto freddo, le strade sono completamente vuote, qua e là si vede qualcuno che a piedi raggiunge la metropolitana, come a Barcellona sento che la città è nostra……di noi runners!!!!!
Man mano che ci avviciniamo a Postdammer Platzt la gente comincia ad aumentare fino trovare veri e propri fiumi di corridori che si dirigono verso la maestosa Porta di Brandeburgo.
Mettiamo giù le bici e anche noi entriamo in quel fiume di persone….c’è chi ride e scherza, chi sente già la tensione e sta in silenzio, chi come me sente tutti i dolori del mondo ed è preoccupato perché non è andato al bagno quella mattina……
Ci facciamo la foto di rito davanti alla Porta di Brandeburgo, siamo tutti con la nuova divisa Spakkazza, rossa e bianca, osserviamo la porta sapendo che se la rivedremo sarà ormai cosa fatta e se la sorpasseremo mancheranno solo 200m alla fine.

Giù le sacche e via di corsa verso le gabbie, siamo in ritardo e la gente si accalca nei cancelli che portano alla partenza, ci mettiamo in coda e arriviamo appena in tempo per sentire lo sparo, si vedono i palloncini azzurri prendere il volo….l’atmosfera è elettrica…tutti partono a razzo…il vialone è enorme e non ci sono problemi per prendere il ritmo giusto, almeno per noi lentoni che partiamo a 5’20’’.
Cerchiamo di non farci prendere dalla foga e di andare più piano possibile, di cercare il ritmo perché in questi casi si rischia sempre di strafare…..creiamo subito una piccola unit composta da me, Felice, Hp (Herr Professor-ex Re) e l’Ing(Simo). Prendiamo il ritmo, sappiamo che dobbiamo passare la mezza in 1:50 per fare un buon risultato.
Perdiamo quasi subito l’Ing che vuole essere più prudente con il ritmo ma dopo una decina di km ce lo ritroviamo alle spalle e ci dice che seguendo la linea blu ( la linea ideale dei 42,195km) ci hai ripresi senza aumentare l’andatura…..porcheggiamo mentalmente e vocalmente per tutta la strada che abbiamo fatto in più e ci mettiamo anche noi sulla linea che mi farà diventare quasi strabico per la paura di non perderla…..
I ristori sono un po’ caotici si rischia di scontrarsi ma noi siamo organizzati ed a turno andiamo a prendere da bere anche per gli altri.
Ma le magagne non sono finite……verso il 18°km ci rendiamo conto che qualcosa non va con i nostri garmin….ci danno un ritmo sotto i 5.15 ma facendo 2 conti a mente ci rendiamo conto che siamo troppo lenti e che il passaggio alla mezza sarà sopra l’ora e cinquanta….e di brutto…..nasce una piccola discussione interna su chi vuole subito cambiare ritmo e chi dice di aspettare il 30°km……c’è molta paura di rischiare…
Per fortuna che il cartello “fra 23km trovi la birra” ci da' nuovi stimoli e motivazioni e risana lo spirito del gruppo.
Nel frattempo riperdiamo l’Ing, lo ritroveremo a gara finita, ci sorpassa un tizio vestito da ape con scritto “plan bee”…..beato te che ce l’hai il piano B…..noi che famo adesso per recuperare?
Il pubblico è tantissimo e incita continuamente con la voce, con i tamburi, con ogni arnese che produca suoni e rumori….do la mano ad un paio di ragazzini e subito sento l’adrenalina che scorre, i brividi lungo la pelle e l’occhio che si inumidisce…….che sensazioni bellissime…..è per questo che ci alleniamo 4-5 mesi…..solo per questo e ne vale la pena!
Cerco di contenermi è troppo presto…….so che avrò bisogno più tardi di queste emozioni se voglio arrivare alla fine.
Passiamo al 30°km, abbiamo aumentato il ritmo, ci guardiamo in faccia……stiamo tutti e tre bene…..recuperiamo Luca che era partito più forte ed ora è preso dai crampi, lo incitiamo a non mollare e proseguiamo.
Ci sono degli spettatori francesi che urlano ”allez spacassa!!!”….un altro “go Alessio!!!”…..
Arriviamo al 35° non guardiamo quasi più il garmin ma sappiamo che stiamo spingendo perché mentre nella prima parte molti ci sorpassavano, ora siamo noi che li stiamo passando tutti……facciamo altri 2 conti mentalmente e realizziamo che possiamo ancora stare sotto le 3:40…..crisi permettendo.
Perdiamo anche Hp, restiamo solo io e Felice che come un trenino ci ha tirati per tutto il tempo, ci guardiamo e iniziamo ad aumentare ancora, lui continua a dirmi” Cero io sto bene ne ho ancora” io lo guardo e gli dico “vai vai che provo a stare con te!”
Al 40° passiamo anche Ivan che è venuto a Berlino per fare un lungo in previsione di New York.
Aumentiamo ancora, siamo sempre in spinta e passiamo tantissimi runners, ora l’adrenalina è a mille e lascio che tutte le emozioni fluiscano fuori per darmi l’energia necessaria a fare gli ultimi km…..Feli mi urla “Cero…Krampo!!!” mi metto a fianco e gli urlo che ormai è fatta che se non molliamo facciamo il tempone! Oltrepassiamo l’ultima curva ed eccola LI'….la Porta di Brandeburgo….”dai Feli che quello è l’arrivo!!!!!” urlo io…scattiamo ancora più forte….ultimo km…..c’è una bolgia…..migliaia di spettatori che urlano!!! So che dev’esserci anche Valentina lì da qualche parte a guardarmi e allora spingo ancora di più…….dopo la porta ci sono SOLO 200m, mi avvicino a Feli perché so già che fra poco ci abbracceremo che passeremo assieme sotto quel traguardo magnifico e così è stato…….a 20 metri dalla fine ci abbracciamo e passiamo il traguardo bloccando il tempo in 3:39:05!!!!!!!!!!

Ultimo 1000m in 4’20’’ e negative di split di oltre 5 minuti…..
Contentissimi continuiamo ad abbracciarci con gli occhi lucidi, lo bacio in testa un paio di volte….grande Felix!!!!!
Per qualche minuto non realizzo ancora e seguo i finishers che camminano grazie all’inerzia della corsa…..poi mi consegnano la medaglia….la metto al collo e capisco che nel mio piccolo ho fatto un'impresa….la mia piccola impresa!!!


So che forse è  un discorso poco sportivo ma la birra che consegnano a fiumi alla fine anche se analcolica non ha prezzo, buonissima!!!
Personalmente per me è stato un fine settimana indimenticabile di quelli che ricorderò per sempre, perché è vero che ho fatto il mio personale abbassandolo di oltre 25 minuti ma tutto questo in una città bellissima che ha fatto da cornice ad una maratona magnifica e sicuramente molto veloce!

Grazie Berlino.

lunedì 24 settembre 2012

- 6 giorni.....


Ci siamo, mancano pochi giorni all'attesissima Berlin Marathon.
Lo Spakazza Team ed io siamo pronti, abbiamo perso qualche runners per strada, purtroppo la sfortuna è sempre dietro l'angolo e alcuni di noi verranno a Berlino per fare un miracolo.....cercare di arrivare fino alla fine per portarsi a casa l'agognata medaglia.
Forza Zanio e Ricky!!!!!
Per quanto mi riguarda la preparazione è andata bene, il mio podologo nonché allenatore me l'ha fatta “sukare” tanto, come dicono i Catanesi.
Ripetute di ogni tipo e genere, lunghi e medi a ritmi lenti e veloci, tutto questo per  “creare il motore” dice lui e poi ci si è messa l'estate con Minosse, Nerone, Caronte, Scipione…..insomma non è stato certo facile prepararsi soprattutto nel mese di agosto.
Girano voci all’interno del team di qualche matto che andava a correre alle 4 del mattino e di qualcun altro che invece andava alle 5……….fuori di testa questi runners……per me sono solo leggende metropolitane.
Per il resto a parte qualche lieve doloretto soprattutto nelle settimane dopo il lungo dei 35km non mi posso certo lamentare, mi sarei aspettato di perdere qualche kg in più ma ormai quel che fatto è fatto.

Ma veniamo alla domanda critica alla quale molti si rifiutano di rispondere ma che va per la maggiore, soprattutto nei 2 giorni antecedenti alla gara e che ti viene chiesta più volte anche dalle stesse persone…..QUAL’ è IL TUO OBIETTIVO?
Al di là della risposta di rito tipo “arrivare fino in fondo” , personalmente cercherò di fare meglio della volta precedente (4h e 4min) e visti gli allenamenti e gli andamenti dei lunghi sarei molto felice di stare attorno alle 3:45, poi si sa ogni gara ha la sua storia e in una maratona può succedere veramente di tutto…..calcolando poi che in questa edizione si è deciso di partire e provare a farla tutta assieme ad alcuni amici tra cui il mitico HP (ex Re) che non farà altro che parlare e sparare cacchiate……speriamo bene!

Ciao a tutti, non vedo l'ora di scrivere il post "post Berlino"